L’essere umano in crescita ha bisogno di un ambiente speciale, capace di accogliere e nutrire la più imponente manifestazione dell’intelligenza universale che attualmente conosciamo, “un ambiente caldo e ricco d’amore, dove tutto è fatto per accogliere e nulla per ostacolare”, in grado di soddisfare e rispondere alle esigenze cognitive, relazionali, affettive, morali, spirituali e motorie della bambina e del bambino che costruiscono la donna e l’uomo del futuro percorrendo la strada della propria autoeducazione. Questa consapevolezza è la spinta che anima ogni giorno il nostro lavoro, che ha fatto sì che unissimo le nostre forze per dar vita ad una scuola che crei e mantenga quotidianamente l’ambiente di vita e di apprendimento adatto alla mente del bambino.
La presente Carta dei Valori sintetizza ed espone il nostro credo pedagogico.
“Il bambino è il padre dell’uomo e nostro maestro, anche nei riguardi della sua educazione”
I bambini fin dalla più tenera età sono dotati di immense capacità innate che li spingono ad orientarsi e ad esplorare il loro ambiente di vita con curiosità e sete di conoscenza; questa sete di conoscenza caratterizza tutti gli esseri umani ricchi di doni spirituali, ed il bambino e la bambina sono in assoluto gli esseri umani più ricco. Tale ricchezza si può però ben presto trasformare nella più cupa e desolata miseria, se la bambina e il bambino non sono posti
nelle condizioni di poter nutrire la loro psiche al pari, se non di più, dei loro corpi. La Natura nella sua sapienza è la nutrice perfetta: l’universo nella sua interezza è in grado di soddisfare le esigenze fisiologiche, intellettive e spirituali di ognuna delle sue piccolissime parti.
L’uomo tuttavia è spinto dalla sua stessa natura a creare un ambiente di vita ricco di comfort che si distacca dalla vita immersa in un contesto puramente naturale: fin dagli albori la specie umana ha creato quella che Maria Montessori chiama la “Super-Natura”, ovvero un ambiente artificiale che l’uomo costruisce con le risorse naturali al fine di garantire la propria sopravvivenza. L’ambiente “Super-Naturale” non sempre è in grado di sfamare le menti infantili, e moltissimi sono i bambini e le bambine che nel mondo vagano psichicamente denutriti creando, con le poche forze che riescono a raccogliere in un ambiente oppositivo e deprivato, adulti menomati nella loro forza psichica, ormai incapaci di esprimere e far vivere il grande bagaglio di potenzialità sensoriali, intellettive, relazionali, affettive, morali e perfino motorie di cui la Natura lo aveva dotato alla nascita.
Le bambine e i bambini hanno diritto ad un ambiente di vita e di apprendimento curato con scienza e amore, ricco del nutrimento adeguato alle esigenze della loro mente in crescita. Tale nutrimento si concretizza:
nel materiale didattico, organizzato e disposto secondo le esigenze delle diverse fasce d’età dei bambini che popolano lo Spazio Educativo, negli arredi, che permettono ai bambini grande libertà di movimento, nel personale educativo, capace di osservare e capire il bambino e la bambina che gli sta di fronte, capace di connettere la bambina e il bambino con questo ambiente “maestro”, di guidare con delicatezza la bambina e il bambino nel suo percorso di autoeducazione e di ritrarsi al momento opportuno.
I bambini e le bambine hanno diritto di scegliere liberamente il loro lavoro, per fare ciò devono potersi muovere liberamente nell’ambiente, possono scegliere dove, in quale posizione, e quanto lavorare, in armonia con il “patto educativo” che ciascuno di loro, seppur piccino, contrae con la sua educatrice.
Le bambine e i bambini conoscono e accettano il “patto educativo” che li lega tra loro e alle maestre e che regola la vita di adulti e bambini nella scuola, permettendo a tutti di fare il proprio lavoro: questo patto consiste nel reciproco impegno che si prendono maestra e bambino di lavorare, giocare e divertirsi con impegno per tutto l’anno scolastico e nel corpus di regole di cui ogni classe si dota all’inizio dell’anno e che esplicita tutti i doveri che la bambina e il bambino si assumono nel frequentare lo Spazio Educativo, al fine di garantire la loro sicurezza e incolumità, il rispetto dell’individualità altrui e dell’altrui lavoro, il rispetto e la custodia del materiale, degli arredi e dell’edificio. Il fine del “patto educativo” tra maestre e bambini è quello di dar vita ad una piccola società che si autodisciplini, e che stia insieme tutti i giorni animata non dalla coercizione e dal controllo punitivo dell’adulto sul bambino ma dallo spirito di coesione e dall’autocontrollo.
I bambini e le bambine hanno diritto di esprimersi nella totalità del loro essere:
scegliendo i lavori che più si confanno ai loro interessi e dedicandovisi con l’intensità e per il tempo che desiderano, delineando dunque in prima persona il loro percorso di educazione e di istruzione;
manifestando liberamente il loro stile cognitivo nell’approccio ai diversi lavori e impiegando dunque gli aspetti che sono loro più confacenti nel quadro di un’intelligenza che consideriamo multiforme;
scegliendo i bambini e le bambine con cui giocare o accanto a cui lavorare o mangiare, nel rispetto delle regole condivise con il gruppo classe e con le maestre;
manifestando liberamente il loro stile relazionale nel rapporto con i compagni e le maestre, sia esso orientato all’introversione piuttosto che all’estroversione, centrata sulla relazione piuttosto che sul proprio io.
Le bambine e i bambini hanno diritto a vivere in un contesto educativo liberato dal sistema dei premi e delle punizioni: come l’attribuzione di un giudizio, così l’assegnazione di un premio piuttosto che il sanzionamento tramite punizione creano e radicano nella bambina e nel bambino l’attitudine ad essere etero-diretti, a non scegliere autonomamente la propria condotta seguendo il proprio nascente senso morale ma conformandosi al senso morale imposto dal gruppo di adulti che lo guida. La punizione inoltre non sanziona un comportamento come inaccettabile, ma agisce sul bambino o sulla bambina che attua quel comportamento, attraverso l’umiliazione, l’esclusione, l’allontanamento, la privazione: va a danneggiare con forza la stima di sé che ha il bambino, facendolo sentire “sbagliato” nella sua totalità di essere umano.
Tuttavia è possibile che l’adulto debba intervenire, anche con decisione, sulla condotta dei bambini, che compiono il loro cammino di autoeducazione anche alla moralità e alla virtù, e che quindi a volte possono attuare comportamenti in conflitto con la disciplina che loro stessi hanno deciso di seguire. L’adulto farà allora riflettere i bambini sui loro atteggiamenti e li inviterà a mettersi nei panni degli altri quando viene meno il rispetto dovuto ad una compagna o ad un compagno, li inviterà alla calma quando sono agitati, li richiamerà ai loro doveri nei confronti dell’ambiente scolastico che li accoglie, li limiterà e li conterrà quando assumono atteggiamenti distruttivi o autodistruttivi, ponendo sempre l’accento sull’azione piuttosto che sull’agente, e non trascinando mai la discussione oltre il breve tempo in cui si risolve il conflitto emerso.
L’infanzia è per Montessori il luogo reale di possibilità, di trasformazione, di miglioramento dell’umanità, di costruzione dell’ “uomo nuovo”. Egli non sarà più la vittima degli avvenimenti, ma avrà la chiarezza di visione necessaria per dirigere il futuro della società umana. Per fare ciò occorre favorire lo sviluppo attraverso l’esperienza di valori quali cultura, amore, lavoro, comprensione, cooperazione, rispetto.
La pedagogia di Maria Montessori sembra aprire uno sguardo sul nostro tempo, proponendo un’educazione religiosa che non cerca il sacro nelle confessioni ma nell’anima del bambino, e che riscopre la dimensione religiosa da una prospettiva universale e cosmica: nello Spazio Montessori, sarà coltivato un atteggiamento religioso nei confronti della vita e in cui, attraverso il bambino, vengono rivelati i segreti della vita dell’uomo spirituale.
Per lei scienza e religione si completano e al fondo del suo metodo c’è un messaggio essenzialmente spirituale: scoprire l’anima umana preparando “nell’ambiente l’alimento dello spirito, che è occulto come forza e che cerca le cose intime e nascoste all’esterno”.
Crediamo nella maniera più assoluta alla parità tra i sessi, respingiamo qualunque stereotipo limiti o denigri il senso che ogni bambina o bambino attribuisce alla propria individualità. I bambini e le bambine hanno diritto a maturare il senso di appartenenza al proprio genere senza avere modelli imposti e senza costrizioni, devono poter essere liberi di scoprire autonomamente quali tendenze legate al loro genere la natura ha deposto in loro, nessuno ha diritto di denigrare, limitare o voler condurre la mascolinità o la femminilità nella loro essenza archetipica né tantomeno nel loro manifestarsi nei bambini e nelle bambine.
Le bambine e i bambini hanno diritto ad una vita familiare ricca di amore e di tempo per loro. Hanno diritto al gioco, alle letture, alle coccole con i loro genitori e con i loro nonni, secondo le specificità di ciascun nucleo famigliare. Hanno il diritto di non essere abbandonati soli di fronte ai programmi televisivi e alla pubblicità, venendo quindi esposti ad un numero inimmaginabile di messaggi impliciti ed espliciti che veicolano violenza, sessismo, annichilimento del valore dell’individuo di fronte all’autoritarismo e al consumismo. Lo Spazio Educativo si impegna nel sostenere i genitori nel loro importantissimo compito, dando la propria costante disponibilità al confronto e proponendo periodicamente ai genitori momenti di approfondimento e condivisione.
I bambini e le bambine devono poter essere riconosciuti come esseri che tendono irrevocabilmente fin dalla nascita all’indipendenza e all’autonomia. Lo Spazio Educativo dunque promuove nella bambina e nel bambino atti che li indirizzano verso la capacità di agire da soli per provvedere ai propri bisogni, ovviamente in modo commisurato all’età e al grado di sviluppo psico-fisiologico, intellettuale e affettivo di ciascuno di loro. Promuovere l’autonomia significa porre a disposizione del bambino tutti gli strumenti che l’educatore valuta necessari perché egli o ella possa esplicare da solo la funzione che deve o vuole svolgere, sia un’attività legata alle proprie esigenze fisiologiche o alla cura di sé o del proprio ambiente di vita e di lavoro, quanto piuttosto alla scelta, all’organizzazione e allo svolgimento del proprio lavoro o del proprio tempo libero. Il personale educativo è sempre disponibili a porgere il proprio aiuto, però soltanto a fronte di una richiesta, sia pure implicita e non-verbale, ma comunque manifestata dalla bambina o dal bambino, perché qualunque aiuto non richiesto è in realtà un ostacolo che l’adulto pone di fronte al bambino e alla bambina, che invece vogliono camminare spediti e forti verso il proprio sviluppo e il proprio perfezionamento. Le pratiche educative e di cura che noi proponiamo e applichiamo vogliono rappresentare un vero “aiuto alla vita”, consapevoli che il motto di ciascuna bambina e di ciascun bambino è “aiutami a fare da me”.